mercoledì 27 novembre 2019

Contro la violenza sulle donne

Al riparo dalla sporca ipocrisia di una giornata mondiale conto qualcosa a caso, mi va di ricordare data la ricorrenza della morte, Mercedes Grabowski; August Ames, per i più.
E' stata convinta, da una subdola propaganda battente, a barattare la propria dignità con la ricchezza del suo agente e la pruriginosa alienazione di milioni di frustrati.
Poi, in un rigurgito di autoconservazione, ha deciso che la tanto decantata autodeterminazione, che l'aveva portata nell'olimpo del porno, poteva sfruttarla a modo suo, andando incontro allo tsunami di merda che ti investe quando osi mettere in discussione gli ordini ricevuti. Pochi giorni di pressione social, da parte di tolleranti ed arcobalenosi openminded, sono bastati a far riemergere tutta la debolezza ed insicurezza di una bambina in cerca di approvazione.
L'hanno trovata in un parco pubblico, appesa per il collo ad ondeggiare sopra una pozza del suo stesso piscio, con la faccia livida e gli occhi sbarrati.
Ventitre anni.
E la premiazione postuma per aver partecipato, prima di ammazzarsi, alla più scenografica ammucchiata dell'anno.
Indignati ne abbiamo?