Cosa succede in città?
Succede che dall'oggi al domani inizia
a circolare su qualche media la notizia di una serie di arresti tra
sindaci, psicologi, assistenti sociali e giudici onorari coinvolti
nell'allontanamento e riassegnazione di minori.
Pare, dicono i media che riportano la
notizia, che gli allontanamenti non fossero giustificati e che gli
affidamenti fossero, diciamo così, decisi sulla base del miglior
interesse della famiglia affidataria.
C'è qualche cosa... qualcosa che non
va!
Marco Mescolini è il procuratore capo
di Reggio Emilia dall'autunno del 2018; al suo attivo c'è il più
importante processo antimafia del Nord Italia e dopo meno di un anno
scoperchia il vaso di pandora: "Data la mole di intercettazioni
c'è molto poco da interpretare. Il quadro emerso è decisamente
inquietante".
Ciò di cui si è parlato è successo
veramente, parola di Procuratore della Repubblica!
E' successo che famiglie
arbitrariamente definite incapaci di allevare i propri figli,
venivano accusate di ogni porcata pur di ottenere, dal Tribunale l'allontanamento. Per farlo, i bambini venivano manipolati, venivano
loro innestati ricordi di esperienze mai vissute, venivano convinti
che i loro genitori non li amassero e intendessero
abbandonarli.
I responsabili, come accennato, sono
assistenti sociali, giudici onorari, avvocati, psicoterapeuti,
giudici togati, associazionismo legato all'accoglienza di orfani... ma a che
pro?
Francesco Morcavallo è un giudice dei
minori che ha abbandonato il tribunale per questioni di coscienza.
Già qualche anno fa mi ero imbattuto in una sua intervista nella
quale raccontava la sua scelta di abbandonare il tribunale perché
molti più bambini del dovuto venivano allontanati dalle famiglie di
origine ed affidati ad associazioni strettamente legate a chi
decretava l'allontanamento (Qui il link al pezzo). La Magistratura, per definizione organo
super partes per eccellenza, parrebbe quindi legata a doppio filo
alla perversione di cui si parla, ma tenendo a mente i fatti dicronaca degli ultimi tempi riguardo le nomine dei controllori dei
controllori, non mi sento di poter dire di essere caduto dal pero.
Il motivo, diceva, è che per ogni
bambino affidato, l'affidatario percepisce dallo Stato fino a
quattrocento euro al giorno.
A vole essere maliziosi si penserebbe
immediatamente ai trentacinque euro al giorno riconosciuti a chi si
occupa di un migrante.
Qualcuno ha riportato all'attenzione
dell'opinione pubblica una vecchia inchiesta radiofonica firmata Pablo Trincia,
Veleno.
La vicenda ricostruita risale agli anni
'90, e racconta di una comunità di trentamila persone nella quale
pare agisse una setta satanica, guidata da un prete, dedita a
sacrifici umani e stupri di bambini.
Prendiamo tutto con le molle, e teniamo
sempre come stella polare il beneficio del dubbio, ma dall'inchiesta
sembrerebbe che gli atroci motivi per cui i bambini vennero
allontanati dalle famiglie erano tutti inventati, innestati nelle
menti di quegli stessi bambini come memorie di esperienze mai
vissute. E ora come allora, stesse tecniche, stesso motivo, stesso
obbiettivo: rapire, col benestare di un giudice, i figli di una
coppia di disgraziati e venderli ad amici per soddisfare i loro
capricci.
Se il tutto non fosse abbastanza
inquietante, parrebbe che alcuni dei responsabili di quanto successo
negli anni '90, siano ancora in
servizio e, responsabili dei fatti narrati dalla cronaca di queste
settimane.
Ma non è tutto.
Una delle personalità più di spicco
dell'organizzazione che ha operato indisturbata per anni, Federica
Anghinolfi, è un'importantissima attivista LGBT a
livello nazionale: una che per Arcigay &Co. organizza convegni dal titolo "L'affido familiare a personeOmosessuali – Seminario e spettacolo. Due eventi in un'unicagiornata per raccontare l'affido familiare a persone omosessuali, unfenomeno in grande evoluzione, anche nel nostro paese".
Una delle coppie affidatarie di bambini
rapiti dalle proprie famiglie di origine, gira attorno a Fadia
Bassmaji, ex compagna della Anghinolfi, regista, progettista
culturale e formatrice. Nella sua bio Linkedin dice di se: "[...]
Nella mia attività riservo una particolare attenzione alle
differenze di genere, alle dinamiche legate ai minori e alle
politiche legate all'economia della conoscenza." La Regione
Emilia Romagna l'ha incaricata di curare un convegno totalmente
dedicato al tema degli abusi sui minori incassando il plauso della
Presidente la Commissione Parità della Regione Emilia Romagna,
Roberta Mori (PD).
Si tratta sicuramente di una
coincidenza, ed è senza dubbio la mia deformazione complottara a
farmi notare come solo l'anno prima, veniva depositato il disegno dilegge n°1680 "Introduzione dell'educazione di genere e della
prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle
scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università".
Ed è ovviamente un caso che il primo firmatario del disegno di legge
fosse il ministro Valeria Fedeli (PD governo Renzi). Ed è ovvio che le raccomandazioni dell' OMS a riguardo non c'entrano niente.
Mi urge sottolineare come l'accento
posto sul partito di appartenenza dei politici citati sia del tutto
indicativo: sono profondamente convinto che il PD sia null'altro che
l'equivalente dei talebani per la C.I.A., ossia la bassa manovalanza
territoriale che serve ad uno scopo molto più ampio. Sta comunque di
fatto che questo scenario si è sviluppato all'ombra del potere Dem,
con il plauso, entusiasta, in Italia, dei 5S e la connivenza di
tutti i partiti, volenti o nolenti, mai impegnati seriamente
nell'ostacolare la diffusione dell'auspicio di stravolgimento dell'ordine sociale.
Ma quindi qual è il morale della
favola?
Sappiamo che almeno dagli anni '90 una certa componente
della società civile, in combutta con una branca dello Stato,
rapisce i figli dei disagiati per i propri tornaconti (e poi c'è quello che non sappiamo). Siano essi
economici o ideologici, il proletario, schiacciato dall'evoluzionismo
sociale e dal progressismo economico, viene privato dei propri figli
a beneficio delle classi più potenti, che avranno a propria
disposizione menti deboli, già torturate e pronte ad assorbire
qualunque indottrinamento per tutta la durata di una vita priva degli
affetti più veri e disinteressati.
Massimo Introvigne ci dice che i
satanisti non credono nel demonio. Utilizzano la simbologia a lui
legata per sbeffeggiare il cristianesimo e i dettami che imporrebbe. I
satanisti sono persone fondamentalmente atee che utilizzano
l'immaginario dell' anticristo per avallare ogni propria più
recondita perversione.
La morale della favola quindi, è che
la nostra è una civiltà profondamente satanista.
Una società nella quale il debole è
sacrificato sull'altare del più forte al pari di un agnello in un
rito precristiano; al pari di un uomo accusato dei più orrendi abusi
solo per avere da un giudice l'autorizzazione a vendere suo figlio; al pari di un bambino portato a credere di aver subito cose
indicibili per costringerlo ad accusare suo padre; al pari di un
sistema che mira scientemente ed ostinatamente a screditare la cosa
più sacra che esista al mondo e cioè il legame intimo e profondo
tra i genitori ed i propri figli, al solo scopo di perpetuare il
circolo vizioso del sacrificio umano del debole sull'altare del più
forte.
Prenderne coscienza è il primo passo.
Poi, bisogna trovare il coraggio di fare il secondo...
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