martedì 6 agosto 2019

Le vittime delle stragi

Dicono che diventare adulti significhi perdonare ai propri genitori i loro errori.
Immagino dipenda dal fatto che quando ci si trova a vivere determinate situazioni ed esperienze ci si chiede se, in effetti, le scelte a lungo detestate fossero poi così sbagliate.

Non so se sono del tutto un adulto; non avendo figli non so come affronterei l'essere padre.
Sento tuttavia l'incedere dell'età con il crescere della passione che provo per la miseria dell'uomo.
Quella misera che non risparmia nessun essere umano; quella miseria che ci rende esseri umani.
Il più evoluto dei primati non elabora i traumi, neanche i più gravi.
Il più idiota degli uomini al contrario, elabora anche il trauma più lieve: noi, sul letto di morte, possiamo ricordare di nostro fratello che ci ha rubato una caramella nell'infanzia.

L'elaborazione dei traumi, credo sia il fondamento sul quale sviluppiamo la nostra personalità. Ogni nostra scelta dipende dal rapporto che abbiamo con i traumi che abbiamo subìto e ogni nostra scelta rischia di essere per noi un trauma.

Mi è capitato di pensarci intensamente dopo aver osservato con un certo trasporto un bambino nell'arduo tentativo di trovare il giusto equilibrio per poter restare in piedi e tentare di mettere un passo avanti all'altro.
La concentrazione che da seduto gli ha permesso di mettersi carponi, lo sforzo di distendere le ginocchia e piantare i piedi a terra prima di spostare il peso all'indietro ed alzare le mani tra paura ed eccitazione, gli occhi che si illuminano appena sopra l'apparire di un sorriso all'aver raggiunto il punto di osservazione più alto di sempre senza l'aiuto di un gigante.
La gioia straripante all'entusiasmo manifesto dei più grandi a fare il tifo per lui.

Ogni bambino è passato di qui, anche il più feroce omicida.
Anche gli stragisti di cui si parla in questi giorni.
Patrick Crusius, un "Nerd solitario e irascibile, forse bullizzato[1]", entrato in un super mercato di El Paso per ammazzare con un AK oltre venti persone dopo aver lasciato un manifesto in odio ai messicani che a suo dire invadono il Texas.
Connor Betts, ha ucciso, in un bar di Dayton, nove persone tra cui sua sorella, prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia.
Santino William Legan, assaltato la sagra dell'aglio di Gilroy, uccide quattro persone.
DeWayne Antonio Craddock, impiegato modello, gentile, educato, si è licenziato senza motivo e senza motivo ha ammazzato dodici persone a caso nel centro di Virginia Beach.

Oltre ai morti, i feriti.

Dall'inizio dell'anno, solo negli Usa sono state registrate venti stragi con più di quattro vittime.

In tutta franchezza, ne ho i coglioni pieni della retorica da ritardo mentale che incolpa il presidente in carica, il giornalista all'opposizione o l'accesso alle armi da fuoco (Kabobo ci ha insegnato con una certa efficacia che per ammazzare tre sconosciuti per strada basta passare al brico e comprare un piccone a venti euro).
Ne ho i coglioni pieni perché la retorica da ritardo mentale serve solo a sentirci un po' migliori dei ritardati della fazione opposta.
E' colpa di Salvini che incita all'odio; è colpa della Boldrini che auspica l'arrivo di orde di africani; è colpa di Trump e dei suoi twit; è colpa dell' NRA che vuole il mercato delle armi libero da restrizioni; è colpa dei Dem che hanno condannato il paese alla povertà...
Guardateli negli occhi questi stragisti. 
Guardateli negli occhi e ditemi se non sono già morti.
Guardate il vuoto dietro le iridi e chiedetevi chi, da quegli occhi ha spento la gioia straripante all'entusiasmo manifesto dei più grandi a fare il tifo per loro.

Guardatevi intorno.
Guardate gli occhi dell'uomo che siede davanti a voi sui mezzi, della donna che incrociate uscendo dal bar.
Guardate gli occhi nelle foto delle feste su facebook.
Guardate gli occhi nei selfie di instagram.
Guardate gli occhi nello specchio.

Guardate, scrutate e chiedetevi dov'è la gioia, la voglia di vivere, l'entusiasmo di aver raggiunto la vetta.
Se non la trovate non è perché siete ciechi, ma perché ce l'hanno portata via.
E' chi ci ha portato via la gioia, la voglia di vivere e l'entusiasmo di aver raggiunto la vetta, che ha le mani sporche del sangue dei morti, degli stragisti, dei suicidi.

Non c'è niente di più bello della miseria dell'uomo: la vera tragedia è il non sapere che farne.

lunedì 5 agosto 2019

La pedofilia è un orientamento sessuale, come essere etero o gay

Nell'aprile del 2016, tra le colonne dell'Indipendent, appariva un articolo dal titolo quantomai controverso che ho ripreso per questo mio post.
L'articolo è consultabile a questo link.

Anzitutto è bene precisare che oggetto della discussione è un post apparso su Reddit, nel quale un anonimo psicologo forense, professionalmente verificato dalla piattaforma di discussione, sostiene che, per l'appunto, la pedofilia è un orientamento sessuale esattamente come l'eterosessualità o l'omosessualità.
Per dare una misura della questione, descrive l'attrazione provata da un pedofilo nei confronti di un bambino, come l'attrazione provata da una donna etero per un uomo.
Inoltre, sempre secondo lo psicologo, così come un eterosessuale può tenere comportamenti omosessuali senza definisti tale o bisessuale, un pedofilo può intrattenere rapporti con adulti senza doversi definire diversamente da ciò che in realtà è.

Ma allora come comportarsi con un pedofilo che attenti all'incolumità dei bambini da cui è attratto?
Una terapia può essere efficace nel proporre una serie di comportamenti non lesivi e più appropriati al contesto, ma senza andare a modificare la natura dell'orientamento sessuale.

Ora, dato che la specialità dello psicologo sono agli abusatori sessuali, la sua preoccupazione poggia su tre quesiti fondamentali:
  • Il pedofilo sa riconoscere chi è in grado di accordare il consenso per un rapporto da chi non lo è? E se si, da che cosa è in grado di riconoscerlo?
  • è in grado di valutare i rischi che comporta l'intrattenere rapporti con chi non è in grado di accordare il consenso? Come riesce ad evitare o limitare questi rischi?
  • su che cosa puoi concentrarti per mitigare l'istinto di approcciare in maniera abusante chi non può accordarti il consenso?
L'impressione che ho, è che si tratti a tutti gli effetti la pedofilia alla stregua di una qualunque attrazione di natura erotico-sessuale: l'unico interesse si riversa sul consenso, sic!

Considerando che nel Regno Unito è stimata la presenza di 250.000 pedofili è importante ragionare sull'approccio da tenere nei confronti di chi manifesta queste tendenze. Dalla Germania arriva l'idea di trattare un pedofilo come una vittima anziché come un carnefice, in ragione del fatto che non ha scelto di essere un pedofilo e non c'è possibilità di modificare il suo orientamento.
Mai sentito dire cose del tipo "sono nato così, non puoi criminalizzarmi per questo" o "chi sei tu per dirmi che sono contronatura"?

D'altronde sono ormai decenni che se ne parla in maniera più o meno scientifica; se il nostro Mario Mieli rivendicava il diritto delle checche rivoluzionarie a fare l'amore con i bambini non ancora educastrati dalla famiglie e dalla società, già negli anni '60, l'APA, che in quegli anni era impegnata ad abbattere qualunque tabù riguardo l'omosessualità, negli anni '10 del terzo millennio, si sbilancia e nel DSM-V attira un'enorme attenzione sul tema pedofilia, andando a definire dettagliate metodologie diagnostiche che, in fin dei conti, ci dicono che il pedofilo non è un malato ma un qualcosa di un po' sopra le righe ma tutto sommato niente di che.
Nel DSM-5 colui che mostra un’attrazione sessuale e agito verso i bambini, mostra un disagio clinicamente significativo e una compromissione dell’area sociale e psicologica.
[...]la stampa internazionale, questa volta, si è scagliata contro il termine, introdotto nel DSM IV 5 pedophilic sexual orientation.Non solo disordine, ma orientamento sessuale! Effettivamente, questa dicitura lasciava molto perplessi: la pedofilia non era più un problema psicologico? Ed ecco che arriva la correzione: si tratta di sexual interest e non di orientamento.
Tutti coloro che non soddisfano pienamente i criteri per la diagnosi di pedophilic disorder, in quanto presentano un’attrazione sessuale rivolta verso i bambini non agita, in assenza di sentimenti di colpa, vergogna e ansia, quindi egosintonica, presentano un “orientamento sessuale”. [1]
Non essendo uno psichiatra, non spetta certo a me un'attenta disamina di ciò che determina la pedofilia in un individuo e, in tutta onestà, non ho nemmeno gli strumenti per poterla definire una malattia, una patologia, un orientamento, un disturbo o quel che si vuole.
Posso però interrogarmi sulle ricadute sociali che questa discussione può portare.

Alla luce di decenni di discussione, mi domando se è sano, giusto, normale accettare l'esistenza di cose come la comunità dei pedofili virtuosi, incapaci di stigmatizzare qualcosa che per sua stessa natura è profondamente sbagliato.
Mancherà ancora molto prima di sentire qualcuno dire "Mi ha detto il papa [...]che tu sia pedofilo non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa. Il papa ti ama così. Devi essere felice di ciò che sei [2]"

giovedì 1 agosto 2019

Abolita l'omotransnegatività. Il mondo è adesso un posto migliore?

Cosa sia realmente successo a Bibbiano e dintorni è sempre meno nebuloso, nonostante l'intero dibattito si stia sviluppando intorno a quello che sembra essere l'atteggiamento tenuto dall'informazione e dalla politica.
Se è indubbio un certo grado di sciacallaggio da certa parte politica, l'eccesso di cautela, che mal dissimula omertà quando non connivenza della parte antagonista, è più che sospetto.
Se sciacallare una situazione oscena può attirare l'attenzione dell'opinione pubblica e della magistratura e, di conseguenza, all'arresto del meccanismo in funzione ed alla punizione dei colpevoli, che ben venga!
Il silenzio invece, non può che portare al perpetrarsi di qualcosa che mai avremmo voluto sapere esistere.

Nel silenzio, nel frattempo, la Regione Emilia Romagna, ha approvato la Legge Regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere (clicca sul link per ottenere il testo di legge).
In effetti il collegamento tra lo scandalo Bibbiano e le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale, non è immediato.
Sarebbe da chiedersi quindi, per quale ragione ai vertici del sistema dei servizi sociali operanti nell'Unione dei comuni della Val d'Enza, siano gli stessi che spingono per ottenere, ed ottengono leggi come quella in questione.

Ma cosa prevede la legge appena approvata dalla Regione?
All'art.1 comma 1 leggiamo:
"La Regione Emilia-Romagna [...] promuove e realizza politiche, programmi ed azioni finalizzati a tutelare ogni persona nella propria libertà di espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere, nonché a prevenire e superare le situazioni di discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica."
Considerando che il gender non esiste, cosa si intende con "manifestazione della propria identità di genere"? Per chi non fosse avvezzo del tema, consiglio di leggere la pagina wikipedia linkata, che nella sua endemica superficialità, può servire a farsi un'idea dea di che cosa stiamo parlando.
E' vero che una legge regionale non prevede procedimenti penali, ma oggetto della legge è chi non riconosce l'esistenza dei gender fluid?

Ai commi 4 e 5 prosegue:
"La Regione, ai fini di prevenire le discriminazioni per motivi derivanti dall' orientamento sessuale o dall'identità di genere e favorire una cultura del rispetto e della non discriminazione, promuove e valorizza l'integrazione tra le politiche educative, scolastiche e formative, sociali e sanitarie, del lavoro."
"Per le finalità di cui alla presente legge, la Regione aderisce a RE.A.DY (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) e nomina un delegato mediante decreto del Presidente della Giunta." 
In parole povere, tutte le politiche promosse dalla Regione che riguardino l'istruzione, la formazione i contesti sociali, la sanità ed il lavoro tutto, verranno strutturate in modo da rispettare le linee guida di RE.A.DY che, non essendo un ente pubblico, rappresenta soltanto una parte della popolazione.

Art. 2 commi 2 e 3:
"La Regione e gli enti locali, nei codici di comportamento e nelle attività di formazione e aggiornamento del personale, promuovono parità di trattamento di ogni orientamento sessuale e identità di genere, anche mediante il contrasto degli stereotipi discriminatori e di un linguaggio offensivo o di dileggio."
 "Ai fini della presente legge per stereotipi discriminatori si intendono, nel pieno rispetto della libertà di pensiero, di educazione e di espressione costituzionalmente garantiti a tutta la cittadinanza, i pregiudizi che producono effetti lesivi della dignità, delle libertà e dei diritti inviolabili della persona, limitandone il pieno sviluppo."
 Abbiamo una legge che stigmatizza il dileggio. Tradotto: se sfotto qualcuno perché gay vìolo la legge; se lo sfotto perché è un ciccione invece, va tutto bene.
Ma la perplessità più profonda riguarda quegli stereotipi discriminatori che limitano il pieno sviluppo della persona, da contrastare ma nel pieno rispetto della libertà di pensiero, di educazione e di espressione: se penso, dico ed insegno ai miei figli, che un omosessuale non ha il diritto di comprare un bambino tramite l'utero in affitto, impedisco il pieno sviluppo della persona gay che quel bambino lo vuole comprare, ma godo dei miei diritti di pensiero, educazione ed espressione. Al contrario se non posso interferire con il pieno sviluppo del gay che vuole comprarsi un bambino, vedo negati i miei diritti di pensiero, educazione ed espressione.
Delle due l'una: di che cosa non possiamo proprio fare a meno?

Art.3 comma 1:
"La Regione, nell’ambito delle proprie competenze, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, le agenzie educative del territorio e le associazioni, sostiene la promozione di attività di formazione e aggiornamento del personale docente diretta a favorire inclusione sociale, superamento degli stereotipi discriminatori, prevenzione del bullismo e cyberbullismo motivato dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, sostenendo progettualità le cui modalità assicurino il dovere e diritto dei genitori di educare la prole, ai sensi dell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani e dell’articolo 30 della Costituzione. A tale scopo la Regione valorizza la pluralità delle metodologie di intervento per garantire un’effettiva libertà di scelta."
Il gioco si fa duro!
Questo articolo dice tutto e non dice niente, ma dicendo tutto è estremamente importante.
E' vero, si ribadisce il diritto e dovere dei genitori di educare la prole. Ma come la mettiamo se l'insegnamento dato alla prole dai genitori cozza con la piena realizzazione, che preveda l'orientamento sessuale e l'identità di genere, della persona?
Dal momento che la legge non descrive le modalità con cui questo comma deve essere applicato, sento di poter chiedere l'aiuto della senatrice Cirinnà del PD, relatrice e prima firmataria della legge sulle unioni civili e potente attivista a favore dei diritti LGBTechipiùnehapiùnemetta, che a margine del congresso mondiale delle famiglie di Verona, sosteneva che: "[...]la scuola pubblica ti deve aiutare se hai la sfiga di nascere in una di quelle famiglie[...]".
In effetti, se tua madre ti prostituisce, tuo padre di picchia, tuo zio gestisce un giro di spaccio dentro casa tua e tuo nonno è il croupier di una bisca clandestina, l'insegnante che se ne accorgesse avrebbe i ldovere, se non altro morale, di allertare i servizi sociali per un approfondimento.
In Val d'Enza è successo che troppe segnalazioni sono arrivate sui tavoli di assistenti sociali troppo potenti.
Come sostenuto da Federica Anghinolfi durante un'audizione alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza della Camera dei Deputati presieduta da Sandra Zampa del PD:
"[...]sull'emergenza interveniamo in 24 ore, e, se necessario, in 24 ore il minore viene collocato fuori famiglia, se deve iniziare una terapia, la inizia e avvia tutto il percorso con le autorità giudiziarie. Sarebbe importante mettere a sistema esperienze che diano la possibilità di intervenire in modo efficace, perché siamo stati chiamati dal Garante dell'infanzia e si è scoperto che anche a livello regionale la legge n. 14 era applicata parzialmente, cioè l'articolo 18, quello sull'intervento e sulla cura anche giudiziaria, non solo cura psicoterapeutica, non veniva applicato se non a Bologna."
L'ha detto lei, davanti ad una commissione parlamentare: dalla sera alla mattina hanno il potere di allontanare un minore dalla sua famiglia.
In un certo senso, la legge appena approvata va a colmare quel vuoto che la Anghinolfi lamenta.
Il sistema era talmente efficiente da meritare il plauso del sindaco di Bibbiano, anche lui PD, che nella stessa audizione sosteneva:
"[...]un sistema di servizi di welfare di comunità composto da operatori estremamente competenti, un sistema abituato a saper innovare, rimodulare le proprie azioni, i propri  comportamenti, i propri progetti in base al mutamento dei bisogni, e una straordinaria  capacità maturata nel tempo a lavorare in rete sociale, comparto educativo, comparto  sanitario. Questa è la premessa fondamentale per cogliere l'approccio che abbiamo messo in campo a partire dal 2014 rispetto a questo fenomeno manifestatosi con numeri  estremamente significativi.[...] C'era bisogno di mettere a disposizione dei nostri operatori  del sociale e degli operatori della sanità formazione e competenze per  affrontare in maniera adeguata e qualificata questo fenomeno. Ci siamo rivolti al Centro studi Hansel e Gretel di Torino, che è uno dei centri maggiormente qualificati su questi  temi, e questo è stato un elemento determinante; quindi la formazione, rafforzare il lavoro di rete, chiedendo a tutti un'assunzione di responsabilità dinanzi alla sfida che ci trovavamo di fronte.[...] Qui finalmente i minori hanno trovato il coraggio di denunciare perché sapevano di poter contare su una rete di operatori in grado di raccogliere questo loro grido e accompagnarli fuori dal tunnel. Altro elemento: non lasciare soli gli operatori, perché – credetemi – è estremamente difficile e complesso dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista psicologico affrontare e ascoltare alcuni racconti, c'è il rischio che qualcuno cerchi di isolare questi operatori che affrontano temi che mettono in discussione la comunità, che cerchi anche di delegittimare le loro competenze. Noi  abbiamo sempre detto pubblicamente che siamo al fianco dei nostri operatori, li sosteniamo in questa sfida. Altro elemento: questo è un tema che non può essere delegato solo agli operatori del sociale, della sanità o del settore educativo, ma si deve richiamare l'intera comunità a un senso di responsabilità per riuscire a cogliere anche nel quotidiano  indicatori che possano far pensare che in quel determinato contesto familiare o educativo ci possano essere cose estremamente negative, che possono mettere a rischio dei minori.
Ricapitolando: se un bambino ha la sfiga di nascere in una di quelle famiglie che rischiano di compromettere il pieno sviluppo delle persone nella sfera che riguarda il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere, va segnalato ai servizi sociali che, qualora ritenessero particolarmente grave la situazione familiare, allontanerebbero il minore entro 24 ore, perché è così che un sistema efficiente funziona: parola di sindaco!
Per essere sicuri che tutti, ma proprio tutti, sappiano riconoscere l'omotransnegatività, la Regioni si premura di organizzare e finanziare iniziative di informazione anche coinvolgendo organizzazioni di volontariato e/o associazioni purché associate alla rete RE.A.DY.
Altro vuoto colmato da una legge che sembra stata scritta di penna dagli indagati per Angeli&Demoni!

Non bastassero i corsi di formazione, gli eventi, le iniziative, l'arte, i convegni e le conferenze è stato stilato l'articolo 7 che nei commi 1 e 2 specifica che:
"Il CORECOM [...]effettua, nei periodi di monitoraggio individuati nel corso dell’anno o su segnalazione di terzi, la rilevazione sui contenuti della programmazione televisiva e  radiofonica regionale e locale, nonché dei messaggi commerciali e pubblicitari, eventualmente discriminatori rispetto alla pari dignità riconosciuta ai diversi  orientamenti sessuali o all'identità di genere della persona[...] e  si fa parte attiva nella segnalazione alle autorità e agli organismi competenti."
"Nell'ambito delle funzioni di disciplina dell'accesso radiofonico e televisivo regionale, il CORECOM assicura un efficace esercizio della facoltà di accesso ai soggetti legittimati, garantendo adeguati spazi di informazione e di espressione anche in ordine alla trattazione delle tematiche di cui alla presente legge." 
Non ci si azzardi dunque a citare Santa Caterina da Siena in radio e TV e non si omettano pubblicità con i puppy che fanno la spesa felici nel reparto pannolini e biberon!

Mi ripropongo la stessa domanda che mi posi all'epoca delle unioni civili: è davvero di questo che gli emiliani ed i romagnoli avevano urgente bisogno?

In ogni caso la legge è ormai legge.
Vedremo se lo scandalo Bibbiano segnerà effettivamente la presa di coscienza, da parte di politica e magistratura, di un problema da risolvere o se questa legge non sarà che un ennesimo e non ultimo passo avanti verso un mondo in cui lo stato ha il primato sull'individuo, sul quale impone il suo dominio con la dea autodeterminazione anziché con KGB e Gestapo.

Inquietante è il silenzio, quasi ovvio, da parte di chi baciando rosari e consacrando l'europa al Cuore Immacolato di Maria, si diletta a bimbominchiare su internet:

Verrebbe da chiedersi se, con #Salvini e #Zingaraccia in trending topic su twitter, un twit tanto idiota non sia un tentativo si sviare l'attenzione.