Cosa sia realmente successo a Bibbiano e dintorni è sempre meno nebuloso, nonostante l'intero dibattito si stia sviluppando intorno a quello che sembra essere l'atteggiamento tenuto dall'informazione e dalla politica.
Se è indubbio un certo grado di sciacallaggio da certa parte politica, l'eccesso di cautela, che mal dissimula omertà quando non connivenza della parte antagonista, è più che sospetto.
Se sciacallare una situazione oscena può attirare l'attenzione dell'opinione pubblica e della magistratura e, di conseguenza, all'arresto del meccanismo in funzione ed alla punizione dei colpevoli, che ben venga!
Il silenzio invece, non può che portare al perpetrarsi di qualcosa che mai avremmo voluto sapere esistere.
Nel silenzio, nel frattempo, la Regione Emilia Romagna, ha approvato la
Legge Regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere (clicca sul link per ottenere il testo di legge).
In effetti il collegamento tra lo scandalo Bibbiano e le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale, non è immediato.
Sarebbe da chiedersi quindi, per quale ragione ai vertici del sistema dei servizi sociali operanti nell'Unione dei comuni della Val d'Enza, siano gli stessi che spingono per ottenere, ed ottengono leggi come quella in questione.
Ma cosa prevede la legge appena approvata dalla Regione?
All'art.1 comma 1 leggiamo:
"La Regione Emilia-Romagna [...] promuove e realizza politiche, programmi ed azioni finalizzati a tutelare ogni persona nella propria libertà di espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere, nonché a prevenire e superare le situazioni di discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica."
Considerando che il gender non esiste, cosa si intende con "manifestazione della propria identità di genere"? Per chi non fosse avvezzo del tema, consiglio di leggere la pagina wikipedia linkata, che nella sua endemica superficialità, può servire a farsi un'idea dea di che cosa stiamo parlando.
E' vero che una legge regionale non prevede procedimenti penali, ma oggetto della legge è chi non riconosce l'esistenza dei
gender fluid?
Ai commi 4 e 5 prosegue:
"La Regione, ai fini di prevenire le discriminazioni per motivi derivanti dall' orientamento sessuale o dall'identità di genere e favorire una cultura del rispetto e della non discriminazione, promuove e valorizza l'integrazione tra le politiche educative, scolastiche e formative, sociali e sanitarie, del lavoro."
"Per le finalità di cui alla presente legge, la Regione aderisce a RE.A.DY (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) e nomina un delegato mediante decreto del Presidente della Giunta."
In parole povere, tutte le politiche promosse dalla Regione che riguardino l'istruzione, la formazione i contesti sociali, la sanità ed il lavoro tutto, verranno strutturate in modo da rispettare le linee guida di RE.A.DY che, non essendo un ente pubblico, rappresenta soltanto una parte della popolazione.
Art. 2 commi 2 e 3:
"La Regione e gli enti locali, nei codici di comportamento e nelle attività di formazione e aggiornamento del personale, promuovono parità di trattamento di ogni orientamento sessuale e identità di genere, anche mediante il contrasto degli stereotipi discriminatori e di un linguaggio offensivo o di dileggio."
"Ai fini della presente legge per stereotipi discriminatori si intendono, nel pieno rispetto della libertà di pensiero, di educazione e di espressione costituzionalmente garantiti a tutta la cittadinanza, i pregiudizi che producono effetti lesivi della dignità, delle libertà e dei diritti inviolabili della persona, limitandone il pieno sviluppo."
Abbiamo una legge che stigmatizza il dileggio. Tradotto: se sfotto qualcuno perché gay vìolo la legge; se lo sfotto perché è un ciccione invece, va tutto bene.
Ma la perplessità più profonda riguarda quegli stereotipi discriminatori che limitano il pieno sviluppo della persona, da contrastare ma nel pieno rispetto della libertà di pensiero, di educazione e di espressione: se penso, dico ed insegno ai miei figli, che un omosessuale non ha il diritto di comprare un bambino tramite l'utero in affitto, impedisco il pieno sviluppo della persona gay che quel bambino lo vuole comprare, ma godo dei miei diritti di pensiero, educazione ed espressione. Al contrario se non posso interferire con il pieno sviluppo del gay che vuole comprarsi un bambino, vedo negati i miei diritti di pensiero, educazione ed espressione.
Delle due l'una: di che cosa non possiamo proprio fare a meno?
Art.3 comma 1:
"La Regione, nell’ambito delle proprie competenze, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, le agenzie educative del territorio e le associazioni, sostiene la promozione di attività di formazione e aggiornamento del personale docente diretta a favorire inclusione sociale, superamento degli stereotipi discriminatori, prevenzione del bullismo e cyberbullismo motivato dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, sostenendo progettualità le cui modalità assicurino il dovere e diritto dei genitori di educare la prole, ai sensi dell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani e dell’articolo 30 della Costituzione. A tale scopo la Regione valorizza la pluralità delle metodologie di intervento per garantire un’effettiva libertà di scelta."
Il gioco si fa duro!
Questo articolo dice tutto e non dice niente, ma dicendo tutto è estremamente importante.
E' vero, si ribadisce il diritto e dovere dei genitori di educare la prole. Ma come la mettiamo se l'insegnamento dato alla prole dai genitori cozza con la piena realizzazione, che preveda l'orientamento sessuale e l'identità di genere, della persona?
Dal momento che la legge non descrive le modalità con cui questo comma deve essere applicato, sento di poter chiedere l'aiuto della senatrice Cirinnà del PD, relatrice e prima firmataria della legge sulle unioni civili e potente attivista a favore dei diritti LGBTechipiùnehapiùnemetta, che a margine del congresso mondiale delle famiglie di Verona,
sosteneva che: "[...]la scuola pubblica ti deve aiutare se hai la sfiga di nascere in una di quelle famiglie[...]".
In effetti, se tua madre ti prostituisce, tuo padre di picchia, tuo zio gestisce un giro di spaccio dentro casa tua e tuo nonno è il croupier di una bisca clandestina, l'insegnante che se ne accorgesse avrebbe i ldovere, se non altro morale, di allertare i servizi sociali per un approfondimento.
In Val d'Enza è successo che troppe segnalazioni sono arrivate sui tavoli di assistenti sociali troppo potenti.
Come sostenuto da Federica Anghinolfi durante
un'audizione alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza della Camera dei Deputati presieduta da Sandra Zampa del PD:
"[...]sull'emergenza interveniamo in 24 ore, e, se necessario, in 24 ore il minore viene collocato fuori famiglia, se deve iniziare una terapia, la inizia e avvia tutto il percorso con le autorità giudiziarie. Sarebbe importante mettere a sistema esperienze che diano la possibilità di intervenire in modo efficace, perché siamo stati chiamati dal Garante dell'infanzia e si è scoperto che anche a livello regionale la legge n. 14 era applicata parzialmente, cioè l'articolo 18, quello sull'intervento e sulla cura anche giudiziaria, non solo cura psicoterapeutica, non veniva applicato se non a Bologna."
L'ha detto lei, davanti ad una commissione parlamentare: dalla sera alla mattina hanno il potere di allontanare un minore dalla sua famiglia.
In un certo senso, la legge appena approvata va a colmare quel vuoto che la Anghinolfi lamenta.
Il sistema era talmente efficiente da meritare il plauso del sindaco di Bibbiano, anche lui PD, che nella stessa audizione sosteneva:
"[...]un sistema di servizi di welfare di comunità composto da operatori estremamente competenti, un sistema abituato a saper innovare, rimodulare le proprie azioni, i propri comportamenti, i propri progetti in base al mutamento dei bisogni, e una straordinaria capacità maturata nel tempo a lavorare in rete sociale, comparto educativo, comparto sanitario. Questa è la premessa fondamentale per cogliere l'approccio che abbiamo messo in campo a partire dal 2014 rispetto a questo fenomeno manifestatosi con numeri estremamente significativi.[...] C'era bisogno di mettere a disposizione dei nostri operatori del sociale e degli operatori della sanità formazione e competenze per affrontare in maniera adeguata e qualificata questo fenomeno. Ci siamo rivolti al Centro studi Hansel e Gretel di Torino, che è uno dei centri maggiormente qualificati su questi temi, e questo è stato un elemento determinante; quindi la formazione, rafforzare il lavoro di rete, chiedendo a tutti un'assunzione di responsabilità dinanzi alla sfida che ci trovavamo di fronte.[...] Qui finalmente i minori hanno trovato il coraggio di denunciare perché sapevano di poter contare su una rete di operatori in grado di raccogliere questo loro grido e accompagnarli fuori dal tunnel. Altro elemento: non lasciare soli gli operatori, perché – credetemi – è estremamente difficile e complesso dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista psicologico affrontare e ascoltare alcuni racconti, c'è il rischio che qualcuno cerchi di isolare questi operatori che affrontano temi che mettono in discussione la comunità, che cerchi anche di delegittimare le loro competenze. Noi abbiamo sempre detto pubblicamente che siamo al fianco dei nostri operatori, li sosteniamo in questa sfida. Altro elemento: questo è un tema che non può essere delegato solo agli operatori del sociale, della sanità o del settore educativo, ma si deve richiamare l'intera comunità a un senso di responsabilità per riuscire a cogliere anche nel quotidiano indicatori che possano far pensare che in quel determinato contesto familiare o educativo ci possano essere cose estremamente negative, che possono mettere a rischio dei minori."
Ricapitolando: se un bambino ha la sfiga di nascere in una di quelle famiglie che rischiano di compromettere il pieno sviluppo delle persone nella sfera che riguarda il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere, va segnalato ai servizi sociali che, qualora ritenessero particolarmente grave la situazione familiare, allontanerebbero il minore entro 24 ore, perché è così che un sistema efficiente funziona: parola di sindaco!
Per essere sicuri che tutti, ma proprio tutti, sappiano riconoscere l'omotransnegatività, la Regioni si premura di organizzare e finanziare iniziative di informazione anche coinvolgendo organizzazioni di volontariato e/o associazioni purché associate alla rete RE.A.DY.
Altro vuoto colmato da una legge che sembra stata scritta di penna dagli indagati per Angeli&Demoni!
Non bastassero i corsi di formazione, gli eventi, le iniziative, l'arte, i convegni e le conferenze è stato stilato l'articolo 7 che nei commi 1 e 2 specifica che:
"Il CORECOM [...]effettua, nei periodi di monitoraggio individuati nel corso dell’anno o su segnalazione di terzi, la rilevazione sui contenuti della programmazione televisiva e radiofonica regionale e locale, nonché dei messaggi commerciali e pubblicitari, eventualmente discriminatori rispetto alla pari dignità riconosciuta ai diversi orientamenti sessuali o all'identità di genere della persona[...] e si fa parte attiva nella segnalazione alle autorità e agli organismi competenti."
"Nell'ambito delle funzioni di disciplina dell'accesso radiofonico e televisivo regionale, il CORECOM assicura un efficace esercizio della facoltà di accesso ai soggetti legittimati, garantendo adeguati spazi di informazione e di espressione anche in ordine alla trattazione delle tematiche di cui alla presente legge."
Non ci si azzardi dunque a citare Santa Caterina da Siena in radio e TV e non si omettano pubblicità con i
puppy che fanno la spesa felici nel reparto pannolini e biberon!
Mi ripropongo la stessa domanda che mi posi all'epoca delle unioni civili: è davvero di questo che gli emiliani ed i romagnoli avevano urgente bisogno?
In ogni caso la legge è ormai legge.
Vedremo se lo scandalo Bibbiano segnerà effettivamente la presa di coscienza, da parte di politica e magistratura, di un problema da risolvere o se questa legge non sarà che un ennesimo e non ultimo passo avanti verso un mondo in cui lo stato ha il primato sull'individuo, sul quale impone il suo dominio con la dea autodeterminazione anziché con KGB e Gestapo.
Inquietante è il silenzio, quasi ovvio, da parte di chi baciando rosari e consacrando l'europa al Cuore Immacolato di Maria, si diletta a bimbominchiare su internet:
Verrebbe da chiedersi se, con #Salvini e #Zingaraccia in trending topic su twitter, un twit tanto idiota non sia un tentativo si sviare l'attenzione.