lunedì 11 dicembre 2017

L'ultimo uomo: una corda tesa sull'abisso.

Sono un complottaro.
Se la prima versione ufficiale per te è sufficiente a soddisfare la curiosità, sappi già da subito che troverai questo post delirante.

Ho approcciato "L'ultimo uomo" per diretta sequenzialità degli eventi, essendo un assiduo lettore di "Critica scientifica" e ritenendo, da ormai parecchio tempo, incomprensibile come certe questioni, che pure paiono evidenti, vengano recepite dal grande pubblico con modalità al limite della psicosi.
Non credo alle grandi rivoluzioni che vediamo come eroiche espressioni di liberazione spontanea di popoli per troppo tempo vessati.
Non credo che fascismo e nazismo siano nati spontaneamente come non credo che la resistenza sia nata spontaneamente.
Non credo che la guerra in Siria sia stata la pura manifestazione dell'insoddisfazione popolare. Come non credo che lo sia la guerra in Ucraina.
Non credo, nemmeno da ubriaco, che i moti sessantottini siano stati la rivendicazione delle libertà negate a certe minoranze(?).
Con questo spirito ho aperto la prima delle 182 pagine del libro che ho finito in appena un paio di giorni.



Enzo Pennetta ripercorre gli ultimi due secoli di storia contemporanea mettendo a fuoco cosa la teoria dell'evoluzione per selezione naturale di Charles Darwin abbia innescato nella società.
Andando dalla Fabian Society, al socialismo Marxiano passando per il liberal-capitalismo in Inghliterra per poi migrare negli USA sulle ali delle prime ONG, la teoria dell'evoluzione delle specie, ispirata e ben condita di malthusianesimo, ha posto le basi, solide fino quasi a poter essere definite granitiche, per la dissoluzione della società che fino a quel momento si era conosciuta. Inizia, un percorso che porterà al completo disfacimento delle concezione dell'uomo basata sull'antropologia millenaria e tutto quel fitto intreccio di cultura, filosofia e religione che hanno portato all'evoluzione sociale della nostra specie.

L'ultimo, il debole, il non-produttivo vengono legittimamente considerati un peso e quindi sacrificabili in ragione della selezione naturale e della supremazia del più forte.
Programmi eugenetici e del controllo delle nascite, dissoluzione del patto di alleanza tra individui financo la legittimazione della psicosi collettiva che consente di svincolare la percezione di se dal dato biologico oggettivo, sono solo alcuni degli strumenti che gli ideologi del mondo nuovo utilizzano immoralmente per trasformare l'umano nel transumano attraverso il plagio dell'opinione pubblica: per trasformale l'uomo in un agnello che corre felice vesto il mattatoio.

Siamo alla società liquida e cosa ci aspetta possiamo solo intuirlo. Chi, con curiosità e beneficio del dubbio, approccia questo saggio, trova una traccia entusiasmante da seguire (sembra quasi di vedere un thriller d'inchiesta) per interpretare gli anni in cui viviamo alla luce di un proiettato futuro catastrofico.
Gli esiti [...] sono incerti e la fase di "coagulazione", abbandonato il mito gnostico di un oltreuomo di cui possiamo scorgere soltanto gli inquietanti lineamenti, si può risolidificare verso paradigmi inediti, verso un'esistenza realmente umana e dignitosa.



O magari Pennetta si sbaglia e sono tutti cambiamenti spontanei veicolati da una casuale esplosione di sempre nuove libertà individuali che non può che essere accolta di buon grado.
Ed in tal caso c'è urgente bisogno di un Prozac-party!

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