Torna alla ribalta un articolo[1] vecchio di oltre tre anni e come da pronostico tornano alla ribalta i contrapposti luoghi comuni che animano l'universo papista-antipapista.
Come al solito la discussione nel suo complesso ruota attorno ad un concetto estrapolato da un intervento ovviamente corposo e complesso. Che ci si vuol fare? Per capire il papa ci vuole pazienza ed impegno; se solo Simplicio ne fosse capace!
Ad ogni modo, pare che se il papa parla di "invasione araba", vanno tutti fuori di testa; quando poi sostiene che "[...]quante invasioni l’Europa ha conosciuto nel corso della sua storia! E ha saputo sempre superarsi e andare avanti per trovarsi infine come ingrandita dallo scambio tra le culture", le teste esplodono definitivamente[2].
Cosa c'è di assurdo?
Che sia in atto un'invasione è fuori da ogni dubbio; che in Europa ce ne siano state di continuo nella storia, anche; che da questo possa nascere una collaborazione proficua vogliamo davvero negarlo?
Durante quel periodo meraviglioso, che è stato ingratamente chiamato Medioevo, la cristianità e l'islam hanno saputo partorire lo studio di Aristotele, l'algebra, la medicina, l'utilizzo delle lenti... il tutto senza progetto Erasmus!
Cosa avremmo dunque da temere?
Vero è, che a migrare nelle nostre terre è il ceto meno abbiente di paesi considerati in via di sviluppo, e che questi sono generalmente meno istruiti e maggiormente legati al sentimento religioso.
Ma la verità è che noi li temiamo per due ragioni fondamentali, entrambe dipendenti da noi.
Li temiamo perché vengono fondamentalmente importati nella più totale trascuratezza delle più banali regole di prudenza[3], abbandonati, senza uno scopo ne la benché minima possibilità di sperare in un futuro, nelle periferie dove la loro naturale sorte è delinquere, o venire sfruttati in un qualunque posto di lavoro, regolare o no, comunque sempre molto poco dignitoso.
La guerra tra pezzenti fa paura, soprattutto quando si percepisce la dualità del volerli pezzenti fingendo di curarsi di loro.
Ma ciò che fa più paura, è che noi non abbiamo una cultura da poter scambiare per arrivare alla crescita di entrambi.
Abbiamo paura perché contrariamente al Medioevo, oggi siamo liberi dalla cristianità, sostituita con qualcosa di non ben definito, nato si e no un paio di secoli fa. Che cos'è questa cosa? Illuministmo? Socialismo? Nichilismo? Relativismo?
E' la negazione dell'unicità dell'essere, è la negazione della stessa natura umana!
Continuo ad avere nelle orecchie le dichiarazioni dei potenti d'Europa all'indomani degli attentati terroristici che hanno insanguinato le città europee: "non rinunceremo ai nostri valori!".
Mi piacerebbe davvero sapere che cosa, questi aberranti abomini post-futuristi, vorrebbero contrapporre a che cosa.
Citeranno Ursula Von der Leyen, quando l'arabo pretenderà che venga legiferato secondo gli insegnamenti del profeta Maometto?
Si vanteranno delle perle di saggezza di Jacque Attali discutendo gli insegnamenti di Gialal al-Din Rumi? E che contributo sapranno apportare agli insegnamenti di Ibn Arabi?
Quando questi uomini e queste donne che ci stanno invadendo, ci porranno di fronte a domande profonde sulla natura umana, sul rapporto tra individuo e società, sulla giustizia, sulla morale, ora che abbiamo rinunciato a Francesco d'Assisi, Tommaso d'Aquino e Caterina da Siena cosa risponderemo?
Quando ci chiederanno quali sono i valori a cui non siamo disposti a rinunciare, sappiamo già che non sapremo rispondere. Sappiamo già che ci guardano da lontano, scimmiottare qualche sconosciuta filosofia orientale ammantata di faccio-quel-cazzo-che-mi-pare-esimo per dare un tono al nostro incistato infantilismo.
Gli arabi ci guardano, guardano i nostri occhi languidi su Osho e si fanno delle grasse risate! Sanno bene che ai loro Arkān al-Islām noi contrapponiamo sesso,droga&eutanasia; che alla loro Sharīʿa rispondiamo che non battezziamo i nostri figli perché sceglierà-da-grande.
Gli arabi lo sanno da anni, da quando quegli sciagurati anni '60 hanno iniziato ad avvelenare gli adolescenti, rendendoli schiavi di quella pubertà irresponsabile ed istintivamente ribelle che oggi è lo stile di vita occidentale. Lo disse, Houari Boumédiène, che nei decenni milioni di uomini sarebbero migrati verso nord, con l'intento di conquistare le terre europee e che ci sarebbero riusciti senza armi ma bensì con i ventri delle loro donne. A coloro che non credono nella citazione riportata dalla Fallaci[4], ricordo il più recente appello del presidente Erdogan[5].
Loro lo sanno, noi lo sappiamo.
Siamo un'accozzaglia di popoli senza cultura, senza storia e senza radici che sta accogliendo, a spregio di qualunque buon senso, orde di persone ben radicate nella loro cultura con una chiara prospettiva per il futuro.
Questo "scambio tra culture" porterà iPhone e McDonalds tra donne con il niqab, e mentre piangeremo per la mancata transazione a favore di Netflix, ci troveremo con la schiena solcata dalle frustate che ci saremo guadagnati per qualcosa che oggi, non solo non consideriamo punibile, ma nemmeno sbagliata.
Questo, qualcuno che si è reso conto di ciò che siamo ma non vuole o non riesce a liberarsi di quelle catene che chiama diritti, lo vede chiaramente.
E ne ha paura.
martedì 8 ottobre 2019
mercoledì 2 ottobre 2019
Come restituire a Greta linfanzia rubata
Sono un gretto, lo ammetto. Un bruto ed insensibile, uno sciacallo che gode nel bullizzare una ragazzina di sedici anni colpevole soltanto di aver risvegliato le coscienze dei potenti della Terra.
Non sopporto il peso di averle rubati i sogni e rovinato l'infanzia e sono felicissimo che finalmente il governo italiano abbia intrapreso una svolta green in totale accordo con BlackRock[1] (però è Greta che l'ha scosso eh!).
E allora ho deciso che voglio rendere concreto l'impegno per la salvaguardia della nostra casa in fiamme!
Farò finta di non sapere che quella che noi chiamiamo Terra, è un sasso che gira su se stesso alla velocità di 17.000km/h ed intorno al Sole ad una velocità di oltre 100.000km/h. Farò poi finta di non sapere che il sole gira intorno al centro della Via Lattea a 720.000km/h. In fine farò finta che non ci siano altri oggetti, tipo pianeti, satelliti, asteroidi o materia oscura, e che tutto ciò che accade sulla Terra dipende esclusivamente dall'impatto antropico. E' stato l'uomo, 3,5 miliardi di anni fa, a emettere massicce dosi di ossigeno che ad oggi comporta il buco nell'ozono.
E' innegabile che i cambiamenti climatici dipendano da noi e dall'abuso di aria condizionata.
Resta da spiegare come fosse possibile per Erik il Rosso chiamare intorno all'anno 1000 d.C. "Terra Verde" quell'isola che è sempre stata coperta da ghiaccio e che solo adesso stiamo sciogliendo a furia di usare la lacca per i capelli [2].
Impariamo a consumare in maniera più responsabile allora.
Compriamo più possibile oggetti che siano utili quando non indispensabili, e compriamoli in modo che abbiano vita più lunga possibile.
Un rasoio a mano libera costa un centinaio di euro, ma lo utilizziamo per tutta la vita e lo regaliamo a nostro figlio che risparmierà pure quei cento euro.
Certo, un po' scomodo per la depilazione inguinale, per la quale ovviamente non utilizziamo cerette o creme depilatorie chimiche, ma ce ne faremo una ragione!
Una penna stilografica ha gli stessi vantaggi, e ci permette di non riempirci casa di cannuccette di plastica contenenti altre cannuccette di plastica con in fondo un cono di plastica nel quale scorre una sfera di plastica. La penna poteremmo lasciarla al secondogenito.
La carta, ovviamente va usata riciclata e, per tutto ciò che non è la scrittura, si possono riutilizzare i quotidiani.
Per il cibo dovremmo abituarci a consumarne un po' di meno, a comprarlo soltanto al mercato, dal fruttivendolo, dal macellaio e ad evitare imballaggi di plastica. Va da se che dovremmo consumare solo cibo di stagione e ragionevolmente regionale. Peccato per il mango e gli ananassi!
Le signore converranno con me, che la prevalente componente plastica degli assorbenti li rende deprecabili così come i rasoi usa e getta; con buona pace della battaglia per il ricalcolo dell'iva.
Non me ne vorranno le signore, di nuovo, se faccio loro notare che tutti i farmaci di cui si servono per scongiurare gravidanze indesiderate o per interrompere quello non scongiurate, vengono in parte pisciati nei mari, andando ad alterare la fisiologia degli organismi marini[3]. Se non vogliamo mangiare la plastica mangiata dai pesci ai quali abbiamo inquinato l'habitat, perché mai dovremmo ingerire inibitori endocrini?Via la Diane (tanto, con i brufoli le adolescenti sono graziose lo steso, no?), EllaOne, Ru486 et similia.
Della chemio non possiamo fare a meno se ci tocca il cancro, ma degli antiretrovirali si, quindi impegniamoci a non prendere l'HIV, epatiti e MST varie, così non intossicheremo i mari con i nostri farmaci.
Stesso discorso per i preservativi. Senza considerare il rischio biologico e batteriologico del contenuto, il solo lattice di cui sono composti è inquinante tanto quanto una bottiglietta di plastica.
Con buona pace dell'OMS, che ha di recente consigliato a tutti i MSM di sottoporsi a terapia preventiva a base di antiretrovirali[4], e di tutti quelli convinti che un palloncino di gomma sia la panacea a tutti i mali del mondo.
Al di là della composizione in plastica o derivati, dovremmo fare una selezione dei prodotti importati dall'estero, soprattutto da paesi particolarmente lontani. Si stima che il traffico marittimo delle grandi navi cargo, che ci permettono di comprare cioffeghe cinesi a due spicci, copra da solo il 3-4% delle immissioni di CO2 in atmosfera[5].
Poi ci sarebbe la questione dello sfruttamento inumano dei lavoratori in tutta l'Asia, ma chissenefrega! Cioè, sono cinesi, mica panda...
Il mezzo di trasporto più inquinante resta comunque l'aereo[6], quindi direi che sarebbe buona cosa limitarne il più possibile l'utilizzo. Niente low cost, niente fed-ex o ups per acquisti on-line. Toccherà rinunciare ai viaggi Erasmus? Pazienza. San Tommaso d'Aquino, Erasmo da Rotterdam, Marco Polo, Galileo Galilei ed un'infinità di grandi menti che hanno cambiato la storia ci possono mostrare vie alternative di scambi culturali!
Chissà quanto devo lavorare, a 15km da casa, per emettere tanta CO2 quanto un low-cost da Falconara a Londra, con la mia punto a metano, senza mai effettivamente potermi permettere quel volo?
A voler essere pignoli per benino, nell'epoca del materialismo più bigotto, dobbiamo prendere in considerazione anche l'impalpabile.
Eh si, perché il mondo che compare nell'accrocco di plastica e silicio che ci portiamo ovunque, è un'infinita sequenza di scariche elettriche generate, stivate e trasmesse.
Qualcuno si è mai chiesto cosa succede quando si visita un sito?
Quell'insieme di informazioni che il nostro telefonino traduce in suoni e colori diversamente organizzati, è salvato su un disco rigido da qualche parte del mondo e quello che chiamiamo internet non è altro che un efficientissimo sistema di trasmissione di impulsi elettrici che ci consente di leggere quel disco rigido. Chi detiene il disco rigido? Google, che per chi non lo sapesse è proprietario di Youtube, Facebook, che per chi non lo sapesse è proprietario di Instagram e Whatsapp, Wikipedia, Microsoft, Apple, Pinterest, Thumblr, RaiPlay, MediasetPlay, La7, tutti i fornitori di servizi e-mail (Tim, Vodafone, Wind, 3, Iliad, Libero, Yahoo, Hotmail...) e un'infinità di altri.
Date le dimensioni di questi "dischi rigidi", quando ci riferiamo a questi fornitori di servizi, dobbiamo parlare di server farm, di una fattoria di server[7]. Quanta corrente elettrica serve per tenere in piedi una fattoria di server? E per tenerle in piedi tutte? In più, vi siete mai accorti che ogni apparecchio elettronico, dopo un lungo utilizzo si scalda? Come si raffredda una fattoria di server? Come si mantengono tutte le fattorie di server ad una temperatura accettabile? Google sostiene di utilizzare l'acqua del mar Baltico[8], Microsoft affonda le sue nel mare del Nord[9], e le soluzioni possono in effetti essere le più disparate.
Ciononostante sembrerebbe che gli utenti di Youtube immettano in atmosfera in un anno la stessa quantità di CO2 che esce nello stesso periodo da una città come Francoforte[10].
Che ne dite, iniziamo a ridurre il traffico internet?
Volessimo muoverci in questa direzione, se Youtube propone contenuti di indubbio valore artistico e culturale, di PornHub, che con il suo carattere assolutamente monotematico vanta poco meno della metà del traffico[11], possiamo decisamente fare a meno. O no?
In conclusione mi viene di riassumere questa mia riflessione in tre semplici punti.
Per restituire a Greta la sua infanzia dobbiamo rinnegare la globalizzazione, rinnegare l'europeismo e rinnegare la cosiddetta rivoluzione sessuale.
Forse, paradossalmente, così facendo scontenteremo Greta ed il suo fanclub, ma restituiremmo l'infanzia, i sogni ed un futuro a tutti gli altri.
Non sopporto il peso di averle rubati i sogni e rovinato l'infanzia e sono felicissimo che finalmente il governo italiano abbia intrapreso una svolta green in totale accordo con BlackRock[1] (però è Greta che l'ha scosso eh!).
E allora ho deciso che voglio rendere concreto l'impegno per la salvaguardia della nostra casa in fiamme!
Farò finta di non sapere che quella che noi chiamiamo Terra, è un sasso che gira su se stesso alla velocità di 17.000km/h ed intorno al Sole ad una velocità di oltre 100.000km/h. Farò poi finta di non sapere che il sole gira intorno al centro della Via Lattea a 720.000km/h. In fine farò finta che non ci siano altri oggetti, tipo pianeti, satelliti, asteroidi o materia oscura, e che tutto ciò che accade sulla Terra dipende esclusivamente dall'impatto antropico. E' stato l'uomo, 3,5 miliardi di anni fa, a emettere massicce dosi di ossigeno che ad oggi comporta il buco nell'ozono.
E' innegabile che i cambiamenti climatici dipendano da noi e dall'abuso di aria condizionata.
Resta da spiegare come fosse possibile per Erik il Rosso chiamare intorno all'anno 1000 d.C. "Terra Verde" quell'isola che è sempre stata coperta da ghiaccio e che solo adesso stiamo sciogliendo a furia di usare la lacca per i capelli [2].
Impariamo a consumare in maniera più responsabile allora.
Compriamo più possibile oggetti che siano utili quando non indispensabili, e compriamoli in modo che abbiano vita più lunga possibile.
Un rasoio a mano libera costa un centinaio di euro, ma lo utilizziamo per tutta la vita e lo regaliamo a nostro figlio che risparmierà pure quei cento euro.
Certo, un po' scomodo per la depilazione inguinale, per la quale ovviamente non utilizziamo cerette o creme depilatorie chimiche, ma ce ne faremo una ragione!
Una penna stilografica ha gli stessi vantaggi, e ci permette di non riempirci casa di cannuccette di plastica contenenti altre cannuccette di plastica con in fondo un cono di plastica nel quale scorre una sfera di plastica. La penna poteremmo lasciarla al secondogenito.
La carta, ovviamente va usata riciclata e, per tutto ciò che non è la scrittura, si possono riutilizzare i quotidiani.
Per il cibo dovremmo abituarci a consumarne un po' di meno, a comprarlo soltanto al mercato, dal fruttivendolo, dal macellaio e ad evitare imballaggi di plastica. Va da se che dovremmo consumare solo cibo di stagione e ragionevolmente regionale. Peccato per il mango e gli ananassi!
Le signore converranno con me, che la prevalente componente plastica degli assorbenti li rende deprecabili così come i rasoi usa e getta; con buona pace della battaglia per il ricalcolo dell'iva.
Non me ne vorranno le signore, di nuovo, se faccio loro notare che tutti i farmaci di cui si servono per scongiurare gravidanze indesiderate o per interrompere quello non scongiurate, vengono in parte pisciati nei mari, andando ad alterare la fisiologia degli organismi marini[3]. Se non vogliamo mangiare la plastica mangiata dai pesci ai quali abbiamo inquinato l'habitat, perché mai dovremmo ingerire inibitori endocrini?Via la Diane (tanto, con i brufoli le adolescenti sono graziose lo steso, no?), EllaOne, Ru486 et similia.
Della chemio non possiamo fare a meno se ci tocca il cancro, ma degli antiretrovirali si, quindi impegniamoci a non prendere l'HIV, epatiti e MST varie, così non intossicheremo i mari con i nostri farmaci.
Stesso discorso per i preservativi. Senza considerare il rischio biologico e batteriologico del contenuto, il solo lattice di cui sono composti è inquinante tanto quanto una bottiglietta di plastica.
Con buona pace dell'OMS, che ha di recente consigliato a tutti i MSM di sottoporsi a terapia preventiva a base di antiretrovirali[4], e di tutti quelli convinti che un palloncino di gomma sia la panacea a tutti i mali del mondo.
Al di là della composizione in plastica o derivati, dovremmo fare una selezione dei prodotti importati dall'estero, soprattutto da paesi particolarmente lontani. Si stima che il traffico marittimo delle grandi navi cargo, che ci permettono di comprare cioffeghe cinesi a due spicci, copra da solo il 3-4% delle immissioni di CO2 in atmosfera[5].
Poi ci sarebbe la questione dello sfruttamento inumano dei lavoratori in tutta l'Asia, ma chissenefrega! Cioè, sono cinesi, mica panda...
Il mezzo di trasporto più inquinante resta comunque l'aereo[6], quindi direi che sarebbe buona cosa limitarne il più possibile l'utilizzo. Niente low cost, niente fed-ex o ups per acquisti on-line. Toccherà rinunciare ai viaggi Erasmus? Pazienza. San Tommaso d'Aquino, Erasmo da Rotterdam, Marco Polo, Galileo Galilei ed un'infinità di grandi menti che hanno cambiato la storia ci possono mostrare vie alternative di scambi culturali!
Chissà quanto devo lavorare, a 15km da casa, per emettere tanta CO2 quanto un low-cost da Falconara a Londra, con la mia punto a metano, senza mai effettivamente potermi permettere quel volo?
A voler essere pignoli per benino, nell'epoca del materialismo più bigotto, dobbiamo prendere in considerazione anche l'impalpabile.
Eh si, perché il mondo che compare nell'accrocco di plastica e silicio che ci portiamo ovunque, è un'infinita sequenza di scariche elettriche generate, stivate e trasmesse.
Qualcuno si è mai chiesto cosa succede quando si visita un sito?
Quell'insieme di informazioni che il nostro telefonino traduce in suoni e colori diversamente organizzati, è salvato su un disco rigido da qualche parte del mondo e quello che chiamiamo internet non è altro che un efficientissimo sistema di trasmissione di impulsi elettrici che ci consente di leggere quel disco rigido. Chi detiene il disco rigido? Google, che per chi non lo sapesse è proprietario di Youtube, Facebook, che per chi non lo sapesse è proprietario di Instagram e Whatsapp, Wikipedia, Microsoft, Apple, Pinterest, Thumblr, RaiPlay, MediasetPlay, La7, tutti i fornitori di servizi e-mail (Tim, Vodafone, Wind, 3, Iliad, Libero, Yahoo, Hotmail...) e un'infinità di altri.
Date le dimensioni di questi "dischi rigidi", quando ci riferiamo a questi fornitori di servizi, dobbiamo parlare di server farm, di una fattoria di server[7]. Quanta corrente elettrica serve per tenere in piedi una fattoria di server? E per tenerle in piedi tutte? In più, vi siete mai accorti che ogni apparecchio elettronico, dopo un lungo utilizzo si scalda? Come si raffredda una fattoria di server? Come si mantengono tutte le fattorie di server ad una temperatura accettabile? Google sostiene di utilizzare l'acqua del mar Baltico[8], Microsoft affonda le sue nel mare del Nord[9], e le soluzioni possono in effetti essere le più disparate.
Ciononostante sembrerebbe che gli utenti di Youtube immettano in atmosfera in un anno la stessa quantità di CO2 che esce nello stesso periodo da una città come Francoforte[10].
Che ne dite, iniziamo a ridurre il traffico internet?
Volessimo muoverci in questa direzione, se Youtube propone contenuti di indubbio valore artistico e culturale, di PornHub, che con il suo carattere assolutamente monotematico vanta poco meno della metà del traffico[11], possiamo decisamente fare a meno. O no?
In conclusione mi viene di riassumere questa mia riflessione in tre semplici punti.
Per restituire a Greta la sua infanzia dobbiamo rinnegare la globalizzazione, rinnegare l'europeismo e rinnegare la cosiddetta rivoluzione sessuale.
Forse, paradossalmente, così facendo scontenteremo Greta ed il suo fanclub, ma restituiremmo l'infanzia, i sogni ed un futuro a tutti gli altri.
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