martedì 8 ottobre 2019

L'invasione araba d'Europa

Torna alla ribalta un articolo[1] vecchio di oltre tre anni e come da pronostico tornano alla ribalta i contrapposti luoghi comuni che animano l'universo papista-antipapista.
Come al solito la discussione nel suo complesso ruota attorno ad un concetto estrapolato da un intervento ovviamente corposo e complesso. Che ci si vuol fare? Per capire il papa ci vuole pazienza ed impegno; se solo Simplicio ne fosse capace!

Ad ogni modo, pare che se il papa parla di "invasione araba", vanno tutti fuori di testa; quando poi sostiene che "[...]quante invasioni l’Europa ha conosciuto nel corso della sua storia! E ha saputo sempre superarsi e andare avanti per trovarsi infine come ingrandita dallo scambio tra le culture", le teste esplodono definitivamente[2].
Cosa c'è di assurdo?
Che sia in atto un'invasione è fuori da ogni dubbio; che in Europa ce ne siano state di continuo nella storia, anche; che da questo possa nascere una collaborazione proficua vogliamo davvero negarlo?
Durante quel periodo meraviglioso, che è stato ingratamente chiamato Medioevo, la cristianità e l'islam hanno saputo partorire lo studio di Aristotele, l'algebra, la medicina, l'utilizzo delle lenti... il tutto senza progetto Erasmus!

Cosa avremmo dunque da temere?
Vero è, che a migrare nelle nostre terre è il ceto meno abbiente di paesi considerati in via di sviluppo, e che questi sono generalmente meno istruiti e maggiormente legati al sentimento religioso.
Ma la verità è che noi li temiamo per due ragioni fondamentali, entrambe dipendenti da noi.
Li temiamo perché vengono fondamentalmente importati nella più totale trascuratezza delle più banali regole di prudenza[3], abbandonati, senza uno scopo ne la benché minima possibilità di sperare in un futuro, nelle periferie dove la loro naturale sorte è delinquere, o venire sfruttati in un qualunque posto di lavoro, regolare o no, comunque sempre molto poco dignitoso.
La guerra tra pezzenti fa paura, soprattutto quando si percepisce la dualità del volerli pezzenti fingendo di curarsi di loro.

Ma ciò che fa più paura, è che noi non abbiamo una cultura da poter scambiare per arrivare alla crescita di entrambi.
Abbiamo paura perché contrariamente al Medioevo, oggi siamo liberi dalla cristianità, sostituita con qualcosa di non ben definito, nato si e no un paio di secoli fa. Che cos'è questa cosa? Illuministmo? Socialismo? Nichilismo? Relativismo?
E' la negazione dell'unicità dell'essere, è la negazione della stessa natura umana!
Continuo ad avere nelle orecchie le dichiarazioni dei potenti d'Europa all'indomani degli attentati terroristici che hanno insanguinato le città europee: "non rinunceremo ai nostri valori!".
Mi piacerebbe davvero sapere che cosa, questi aberranti abomini post-futuristi, vorrebbero contrapporre a che cosa.
Citeranno Ursula Von der Leyen, quando l'arabo pretenderà che venga legiferato secondo gli insegnamenti del profeta Maometto?
Si vanteranno delle perle di saggezza di Jacque Attali discutendo gli insegnamenti di Gialal al-Din Rumi? E che contributo sapranno apportare agli insegnamenti di Ibn Arabi?
Quando questi uomini e queste donne che ci stanno invadendo, ci porranno di fronte a domande profonde sulla natura umana, sul rapporto tra individuo e società, sulla giustizia, sulla morale, ora che abbiamo rinunciato a Francesco d'Assisi, Tommaso d'Aquino e Caterina da Siena cosa risponderemo?
Quando ci chiederanno quali sono i valori a cui non siamo disposti a rinunciare, sappiamo già che non sapremo rispondere. Sappiamo già che ci guardano da lontano, scimmiottare qualche sconosciuta filosofia orientale ammantata di faccio-quel-cazzo-che-mi-pare-esimo per dare un tono al nostro incistato infantilismo.

Gli arabi ci guardano, guardano i nostri occhi languidi su Osho e si fanno delle grasse risate! Sanno bene che ai loro Arkān al-Islām noi contrapponiamo sesso,droga&eutanasia; che alla loro Sharīʿa rispondiamo che non battezziamo i nostri figli perché sceglierà-da-grande.
Gli arabi lo sanno da anni, da quando quegli sciagurati anni '60 hanno iniziato ad avvelenare gli adolescenti, rendendoli schiavi di quella pubertà irresponsabile ed istintivamente ribelle che oggi è lo stile di vita occidentale. Lo disse, Houari Boumédiène, che nei decenni milioni di uomini sarebbero migrati verso nord, con l'intento di conquistare le terre europee e che ci sarebbero riusciti senza armi ma bensì con i ventri delle loro donne. A coloro che non credono nella citazione riportata dalla Fallaci[4], ricordo il più recente appello del presidente Erdogan[5].

Loro lo sanno, noi lo sappiamo.
Siamo un'accozzaglia di popoli senza cultura, senza storia e senza radici che sta accogliendo, a spregio di qualunque buon senso, orde di persone ben radicate nella loro cultura con una chiara prospettiva per il futuro.

Questo "scambio tra culture" porterà iPhone e McDonalds tra donne con il niqab, e mentre piangeremo per la mancata transazione a favore di Netflix, ci troveremo con la schiena solcata dalle frustate che ci saremo guadagnati per qualcosa che oggi, non solo non consideriamo punibile, ma nemmeno sbagliata.
Questo, qualcuno che si è reso conto di ciò che siamo ma non vuole o non riesce a liberarsi di quelle catene che chiama diritti, lo vede chiaramente.
E ne ha paura.

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