mercoledì 2 ottobre 2019

Come restituire a Greta linfanzia rubata

Sono un gretto, lo ammetto. Un bruto ed insensibile, uno sciacallo che gode nel bullizzare una ragazzina di sedici anni colpevole soltanto di aver risvegliato le coscienze dei potenti della Terra.
Non sopporto il peso di averle rubati i sogni e rovinato l'infanzia e sono felicissimo che finalmente il governo italiano abbia intrapreso una svolta green in totale accordo con BlackRock[1] (però è Greta che l'ha scosso eh!).

E allora ho deciso che voglio rendere concreto l'impegno per la salvaguardia della nostra casa in fiamme!
Farò finta di non sapere che quella che noi chiamiamo Terra, è un sasso che gira su se stesso alla velocità di 17.000km/h ed intorno al Sole ad una velocità di oltre 100.000km/h. Farò poi finta di non sapere che il sole gira intorno al centro della Via Lattea a 720.000km/h. In fine farò finta che non ci siano altri oggetti, tipo pianeti, satelliti, asteroidi o materia oscura, e che tutto ciò che accade sulla Terra dipende esclusivamente dall'impatto antropico. E' stato l'uomo, 3,5 miliardi di anni fa, a emettere massicce dosi di ossigeno che ad oggi comporta il buco nell'ozono.
E' innegabile che i cambiamenti climatici dipendano da noi e dall'abuso di aria condizionata.
Resta da spiegare come fosse possibile per Erik il Rosso chiamare intorno all'anno 1000 d.C. "Terra Verde" quell'isola che è sempre stata coperta da ghiaccio e che solo adesso stiamo sciogliendo a furia di usare la lacca per i capelli [2].

Impariamo a consumare in maniera più responsabile allora.
Compriamo più possibile oggetti che siano utili quando non indispensabili, e compriamoli in modo che abbiano vita più lunga possibile.
Un rasoio a mano libera costa un centinaio di euro, ma lo utilizziamo per tutta la vita e lo regaliamo a nostro figlio che risparmierà pure quei cento euro.
Certo,  un po' scomodo per la depilazione inguinale, per la quale ovviamente non utilizziamo cerette o creme depilatorie chimiche, ma ce ne faremo una ragione!
Una penna stilografica ha gli stessi vantaggi, e ci permette di non riempirci casa di cannuccette di plastica contenenti altre cannuccette di plastica con in fondo un cono di plastica nel quale scorre una sfera di plastica. La penna poteremmo lasciarla al secondogenito.
La carta, ovviamente va usata riciclata e, per tutto ciò che non è la scrittura, si possono riutilizzare i quotidiani.
Per il cibo dovremmo abituarci a consumarne un po' di meno, a comprarlo soltanto al mercato, dal fruttivendolo, dal macellaio e ad evitare imballaggi di plastica. Va da se che dovremmo consumare solo cibo di stagione e ragionevolmente regionale. Peccato per il mango e gli ananassi!
Le signore converranno con me, che la prevalente componente plastica degli assorbenti li rende deprecabili così come i rasoi usa e getta; con buona pace della battaglia per il ricalcolo dell'iva.
Non me ne vorranno le signore, di nuovo, se faccio loro notare che tutti i farmaci di cui si servono per scongiurare gravidanze indesiderate o per interrompere quello non scongiurate, vengono in parte pisciati nei mari, andando ad alterare la fisiologia degli organismi marini[3]. Se non vogliamo mangiare la plastica mangiata dai pesci ai quali abbiamo inquinato l'habitat, perché mai dovremmo ingerire inibitori endocrini?Via la Diane (tanto, con i brufoli le adolescenti sono graziose lo steso, no?), EllaOne, Ru486 et similia.
Della chemio non possiamo fare a meno se ci tocca il cancro, ma degli antiretrovirali si, quindi impegniamoci a non prendere l'HIV, epatiti e MST varie, così non intossicheremo i mari con i nostri farmaci.
Stesso discorso per i preservativi. Senza considerare il rischio biologico e batteriologico del contenuto, il solo  lattice di cui sono composti è inquinante tanto quanto una bottiglietta di plastica.
Con buona pace dell'OMS, che ha di recente consigliato a tutti i MSM di sottoporsi a terapia preventiva a base di antiretrovirali[4], e di tutti quelli convinti che un palloncino di gomma sia la panacea a tutti i mali del mondo.

Al di là della composizione in plastica o derivati, dovremmo fare una selezione dei prodotti importati dall'estero, soprattutto da paesi particolarmente lontani. Si stima che il traffico marittimo delle grandi navi cargo, che ci permettono di comprare cioffeghe cinesi a due spicci, copra da solo il 3-4% delle immissioni di CO2 in atmosfera[5].
Poi ci sarebbe la questione dello sfruttamento inumano dei lavoratori in tutta l'Asia, ma chissenefrega! Cioè, sono cinesi, mica panda...
Il mezzo di trasporto più inquinante resta comunque l'aereo[6], quindi direi che sarebbe buona cosa limitarne il più possibile l'utilizzo. Niente low cost, niente fed-ex o ups per acquisti on-line. Toccherà rinunciare ai viaggi Erasmus? Pazienza. San Tommaso d'Aquino, Erasmo da Rotterdam, Marco Polo, Galileo Galilei ed un'infinità di grandi menti che hanno cambiato la storia ci possono mostrare vie alternative di scambi culturali!
Chissà quanto devo lavorare, a 15km da casa, per emettere tanta CO2 quanto un low-cost da Falconara a Londra, con la mia punto a metano, senza mai effettivamente potermi permettere quel volo?

A voler essere pignoli per benino, nell'epoca del materialismo più bigotto, dobbiamo prendere in considerazione anche l'impalpabile.
Eh si, perché il mondo che compare nell'accrocco di plastica e silicio che ci portiamo ovunque, è un'infinita sequenza di scariche elettriche generate, stivate e trasmesse.
Qualcuno si è mai chiesto cosa succede quando si visita un sito?
Quell'insieme di informazioni che il nostro telefonino traduce in suoni e colori diversamente organizzati, è salvato su un disco rigido da qualche parte del mondo e quello che chiamiamo internet non è altro che un efficientissimo sistema di trasmissione di impulsi elettrici che ci consente di leggere quel disco rigido. Chi detiene il disco rigido? Google, che per chi non lo sapesse è proprietario di Youtube, Facebook, che per chi non lo sapesse è proprietario di Instagram e Whatsapp, Wikipedia, Microsoft, Apple, Pinterest, Thumblr, RaiPlay, MediasetPlay, La7, tutti i fornitori di servizi e-mail (Tim, Vodafone, Wind, 3, Iliad, Libero, Yahoo, Hotmail...) e un'infinità di altri.
Date le dimensioni di questi "dischi rigidi", quando ci riferiamo a questi fornitori di servizi, dobbiamo parlare di server farm, di una fattoria di server[7]. Quanta corrente elettrica serve per tenere in piedi una fattoria di server? E per tenerle in piedi tutte? In più, vi siete mai accorti che ogni apparecchio elettronico, dopo un lungo utilizzo si scalda? Come si raffredda una fattoria di server? Come si mantengono tutte le fattorie di server ad una temperatura accettabile? Google sostiene di utilizzare l'acqua del mar Baltico[8], Microsoft affonda le sue nel mare del Nord[9], e le soluzioni possono in effetti essere le più disparate.
Ciononostante sembrerebbe che gli utenti di Youtube immettano in atmosfera in un anno la stessa quantità di CO2 che esce nello stesso periodo da una città come Francoforte[10].
Che ne dite, iniziamo a ridurre il traffico internet?
Volessimo muoverci in questa direzione, se Youtube propone contenuti di indubbio valore artistico e culturale, di PornHub, che con il suo carattere assolutamente monotematico vanta poco meno della metà del traffico[11], possiamo decisamente fare a meno. O no?

In conclusione mi viene di riassumere questa mia riflessione in tre semplici punti.
Per restituire a Greta la sua infanzia dobbiamo rinnegare la globalizzazione, rinnegare l'europeismo e rinnegare la cosiddetta rivoluzione sessuale.
Forse, paradossalmente, così facendo scontenteremo Greta ed il suo fanclub, ma restituiremmo l'infanzia, i sogni ed un futuro a tutti gli altri.

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