giovedì 2 novembre 2017

#BlueWhale: un pugno sulla bocca dello stomaco

Lessi per la prima volta della Blue Whale qualche mese prima del servizio delle Iene, su un quotidiano on line inglese. La storia mi lasciò ovviamente turbato e cercai di verificare la questione ma i rimandi erano tutti a siti russi e il mio russo non si spinge oltre poche sparute frasi di cortesia. Presi per buona la notizia.
Credo si possa perdonare all'utente medio, mentre ad un programma televisivo, che si vanta di svelare le verità nascoste a milioni di telespettatori in prima serata, proprio no.
Il mio primo pensiero fu che si trattasse di un esperimento sul controllo della mente in stile CIA anni '50: per spingere al suicidio uno sconosciuto senza nemmeno mai in contrarlo di persona devi avere una profonda conoscenza della psiche e dell'animo umano, e il ventenne che secondo gli articoli era indagato non mi dava quell'impressione.


Alla fine invece era tutta una #FakeNews. O meglio, una #CreepyPasta, tanto cinica quanto realistica e quindi credibile, sfuggita di mano (?) a chi l'ha inventata.
Eppure non me la tolgo dalla testa 'sta storia; sarà che il cinismo che serve per usare il vero video di un vero suicidio per rendere credibile una leggenda metropolitana è davvero troppo.
O magari, sarà che le creepy pasta sono i nostri romanzi distopici. Sarà che qualcuno, cinico si ma decisamente non sprovveduto, ha voluto lanciare un messaggio al mondo.
La blue whale challenge ci parla della nostra società.
Non è un caso che siano gli adolescenti ad essere addescati.
Quella che noi chiamiamo adolescenza è una serie infinita di reazioni biochimiche che incasinano l'organismo e la psiche per anni. In quegli anni la famiglia e la società devono insegnarti a gestire l'uomo o la donna che sarai quando l'organismo sarà pronto. Se capiti nella famiglia o nella società sbagliata, la psiche resta indietro e sono cazzi!
Gli adolescenti non hanno la percezione della causalità ne sanno cosa sia la responsabilità.
Se non gliele insegni saranno adulti a metà.
Dalla marcia di Selma ad oggi però, tutto quello che è stato dato agli adolescenti sono stati gli strumenti per evitare di conoscerle e di farci i conti (li abbiamo chiamati diritti civili come quelli per cui il dottor King e la sua cricca si sono fatti rompere le ossa).
Per questo mi sento sicuro di poter dire che viviamo in una società di adolescenti con i capelli bianchi, che possono quindi essere facilmente addescati.
Non è un caso che la challenge sia strutturata a step a difficoltà crescente.
Un bel giorno l'età che dovrebbe concludere l'adolescenza arriva e come dicevo più su, sono cazzi.
Quando non c'è più papà che va dal professore a lamentarsi per il brutto voto che si fa?
Quando non c'è più mamma che ti consola perché quello che credevi un amico si è comportato da pezzo di merda?
Quando il tuo non saper fare presenta il conto e sei da solo ad affrontarlo come la metti?
In fondo, a chi non piace vincere facile? E se poi sei talmente inetto che anche facile non è abbastanza facile... come si chiamava quella pianta esotica che aiuta a rilassarsi?
Non è un caso che la fine del gioco sia un salto nel vuoto e la fine di tutto.
In una società sana non c'è niente di più banale del gioco.
Il gioco è la cosa che, già negli animali, permette di fare pratica con tutti quei comportamenti che ti serviranno nella vita. In una società sana il gioco diventa sport (sano). Chi si stupisce se un ragazzo, una ragazza, un uomo o una donna escono di casa per fare una corsa? Nessuno: è banale.
In una società marcescente il suicidio è un gioco. E' banale.
Chi si stupisce se qualcuno va in Svizzera per farsi ammazzare? Solo qualche retrivo antiliberale: E' (quasi) banale.
La blue whale challenge sceglie soggetti indifesi, gli svuota la vita un pezzo alla volta e li spinge al suicidio.
L'occidente ci ha reso eterni adolescenti, ha eliminato qualunque valore la vita possa avere e sta banalizzando il  suicidio.
Dovremmo iniziare a chiederci chi è il nostro curatore.
Ah, e per inciso, gli animali non sono capaci di suicidarsi.
Al riguardo consiglio la lettura di "L'altra faccia dello specchio", di Konrad Lorenz.
Natale è vicino: fatevi un BEL regalo.

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